martedì 2 novembre 2010

Come cavolo faccio

Ogni tanto mi chiedo come cavolo faccio.

Oggi ho litigato di nuovo tutto il giorno con mio padre.
Urliamo, io piango, urlo, mi dispero, mi comporto da pazza. Mi butto per terra e a volte mi faccio male davanti a lui.
Mi sento morire in quei momenti.
Vorrei tanto morire davvero in quei momenti...

Poi tutto passa.
Mi chiudo in bagno, prendo un'asciugamano, soffoco le urla.
Poi guardo la mia immagine nello specchio, mi fisso gli occhi rossi e lacrimanti, urlo in silenzio e piango in silenzio. Restare lì a guardare il mio viso dimenarsi, la bocca spalancarsi, gli occhi arrossarsi e far uscire lacrime mi riesce a calmare.
C'è silenzio intorno.
Guardarmi urlare in silenzio mi aiuta molto di più che urlare davvero. Mi serve di più, mi fa stare meglio.
Poi ad un certo punto mi perdo. Mi perdo nel mio riflesso, mi perdo nello specchio, nelle lacrime, nelle urla mancate. Perdo la coscenza del reale mentre mi osservo. E smetto di piangere.
Resto in bagno mezzora a volte.
A volte dopo essermi calmata di siedo dul pavimento, mi appoggio al muro e chiudo gli occhi.

Quando sono calma, esco dalla porta del bagno, sbattendo le porte perchè ormai devo recitare la parte dell'incazzata.

Poi con calma ricomincio la mia vita.

Studio. Vado a scuola. Esco con gli amici.
Sorrido.

E mi dimentico di mio padre, degli insulti e delle botte.

Vado bene a scuola ed è tutto perfetto. Sono bravissima a fingere. Perchè ho una grande capacità di dimenticarmi la realtà.

Ogni tanto mi chiedo come cavolo faccio.

A sorridere, a essere esternamente una persona solare.

E' molto semplice. E' l'anoressia che mi da qesto fottuto problema.

Da qui la mia riflessione:

Non posso pensare di combattere l'anoressia finchè nè avrò bisogno perchè il clima in famiglia è questo. Deve prima risolversi questo problema. O non andrò da nessuna parte.


Grazie a tutti quelli che hanno commentato il post precedente, siete stati magnifici, dolcissimi e utilissimi. Sono troppo stanca per rispondervi, ma lo farò presto:)

Vi voglio bene:)
Vi penso sempre:) Tutti quanti:)

3 commenti:

  1. Conosco perfettamente questa situazione famigliare.

    Passo interi minuti, ore, in bagno a piangere... e a soffocare strilli di rabbia.

    Stremata anche io poi mi siedo e con gli occhi che non smettono di lacrimare, il viso gonfio e rosso, la bocca semiaperta per respirare affannata, comincio a perdermi nei pensieri, a cercare soluzioni, a sognare una vita diversa...

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  2. Dolcezza....già è pesante stare in un clima litigioso, ne sappiamo qualche cosa....purtroppo.
    A volte poi si indossa una maschera e si esce fingendo che non ci sia nulla che non và, un po' per difendere se stessi e provare a crederci, un po' per non far partecipi gli altri del proprio dolore di cui si è gelosi e allo stesso tempo ci provoca anche un senso di vergogna, un po' per paura di non essere capite/comprese/ascoltate.
    Sì, cerca di risolvere questi problemi, magari di pari passo....Forza Stella, un abbraccione iO e Alice

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  3. Sicuramente il DCA è la punta dell'iceberg... un qualcosa che viene fuori perchè ci sono altri problemi di fondo che, non sapendo come esternarli, finiamo per incanalarli in questa dinamica distorta del disturbo alimentare. E' vero, le situazioni difficili fomentano il DCA... ma che tu lo riconosca, credo sia già un bel passo avanti. Perciò, adesso devi fare quello successivo: inquadrato il problema, vedere quali strategie puoi attuare per risolverlo... dove stanno le falle che puoi andare a parare, e in che modo... Le maschere credo che, in un certo senso, siano necessarie per rapportarci al resto del mondo mettendo una membrana semipermeabile che ci consenta di filtrare senza essere ferite... però ricorda che ci sono delle persone con cui puoi essere te stessa senza bisogno di schermi, perchè ti amano esattamente per quella che sei: i tuoi amici...

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