giovedì 31 dicembre 2009

AUGURI

Ragazze, eccomi qua.
Come promesso sono riuscita a trovare un computer per augurarvi buon anno.
Mi sarebbe piaciuto farvi gli auguri sta sera ma purtroppo non avrò tempo.
Anhe ora sono molto molto di fretta, infatti mi trattaengo solo un secondo.

Che dire, a parte un iccolo poblmea avuto ieri sera, qui sta andando tutto abbastanza bene.

Mi piacerebba tanto fermarmi ancora e raccontarv, ma purtorppo devo proprio scappare.

AUGURO A TUTTI UNO SPLEDIDO 2010.

Vi voglio bene.

PS: se riesco faccio un salto domani...
Un abbraccio fortissimo a tutti!!!!

lunedì 28 dicembre 2009

Ed eccomi qui.
Tra qualche ora sull'aereo per Trapani.
Vacanza in Sicilia a casa dei parenti.

Che poi, vacanza non è più di tanto.
Il clima familiare sarà come al solito molto pesante.

L'anno scorso, molte delle mie ricadute sono state condizionate anche da quel clima.
E di certo ho paura che possa riaccadere.

Ma quest'anno non sono sola.
Finalmente me ne accorgo.

E poi chissà, cambiare aria potrebbe farmi bene :)







Vi prometto che farò di tutto per trovare un computer e riuscirò a farvi gli auguri di buon anno.

Vi abbraccio tutte fortissimo.
Vi voglio bene.

PS: questa foto mi mette una tristezza ed un'ansia assurda...
Però è bellissima.

mercoledì 23 dicembre 2009

Lento ed assillante allarme.

Ora forse mi manchi.
Ora forse ho paura.
Ora forse non vorrei tornare indietro.

Ora questà realtà mi spaventa.
Ora questa vita mi implora di fuggire.
Di salvarmi. Sparire e non tornare più.

Non ce la faccio.
Le lacrime corrono veloci e me lo urlano.
Come un grido d'allarme.
Come l'assillante suono di una sirena.
Che grida di fare in fretta, o presto sarà troppo tardi.

Non ce la faccio.
Non ce la faccio.

Dove sei?
Dove sei?

Che cosa ho sbagliato?
Che cosa ho sbagliato?

Perche?
Perchè?
Perchè?
Perchè te ne sei dovuta andare?

Perchè?
Perchè?
Perchè?
Perchè non ho saputo fermarti?

Perchè ho lasciato che scivolassi via?

Ti prego, dimmi dove sei.

Non ce la faccio.

Ti prego, vieni qui.

Ferma questa lacrime.
Fai tacere quest'assillante sirena.

Ora forse ho paura di me.
Ho paura di te.
Ho paura di quello che eravamo.
Ho paura di ciò che non sarà mai più.
Ho paura dei miei muti occhi.
Del mio sguardo vuoto verso quel letto bianco.
Delle lacrime che non ho saputo piangere.
Del tuo il tuo corpo disteso. Inerme.
Eppure vivo.
Vivo e sofferente.

Di quella stanza senz'aria.
Del mio respiro affannato.
Del tuo ormai inesistente nel mezzo della cosa più orribile che esista al mondo.

Una via di mezzo.
Ne vita ne morte.
I medici lo chiamano coma vigile.
Io lo chiamo strazio.

Strazio che i miei ochhi non hanno saputo affrontare.
Strazio che le mie lacrime le ha nascoste.
Strazio che nemmeno potevo sentirle.
Strazio che quella sensazione non sapevo cosa fosse.

Tristezza? No.
Dolore. Si.

Dolore che la parola non basta a descriverlo.
Dolore che la morte è l'unica via d'uscita.

Fammi male. Ti prego.

Picchiami. Distruggi il mio corpo e la mia mente.
Distruggimi.

martedì 22 dicembre 2009

è necessario affondare per arrivare alla terra viva.

Bianco. Intorno a me una distesa di bianco.

Un campo. Niente e nessuno intorno.

Mi siedo in mezzo alla neve fredda.

Silenzio a farmi compagnia.








Piango.



Piango ed è stupendo vedere le lacrime finalmente con la forza si scorrere lungo quella guancia.

Lacrime. Calde mi accarezzano.

E' gioia? E' dolore? Ora non lo so.




Ti vorrei qui? Non saprei dirlo.

Vorrei il tuo abbraccio? Vorrei che tu asciugassi le mia lacrime e mi cullassi?

Si, lo vorrei.

Ma questa volta sono io che devo alzarmi.






Le gambe lentamente raccolgono le forze e muovono i primi passi, come in quelle di un bambino.

E a ogni passo mi sento affondare.

Ma lascio che i miei piedi scavino, scavino in quella neve.

Scavino per poter capire.

Per poter vivere.




E finalmente capisco.

E' necessario affondare per arrivare alla terra viva.


venerdì 18 dicembre 2009

L'amore.

Ho sempre voluto l'amore.
Dalle cose, dai fatti, dalle persone.
Poi è arrivata la malattia di mia mamma.
E lì ho imparato a cacciare l'amore.

Io ed i miei dieci anni abbiamo capito che dovevamo salvarci.
E quindi decidemmo di non amare più.
Di non amare mia mamma per proteggerci, e per proteggerla.
Per proteggerla dalla paura che io non ce l'avrei fatta senza di lei.

Decidemmo di non amare mio padre, perchè non era giusto amare lui dal momento che avevo smesso di amare mia madre.
Che poi, chissà se avessi realmente smesso. Non credo, nonostante tutti gli sforzi, di aver passato un solo secondo della mia vita senza amarla.

Ma questo non importava. La realtà non importava.
Ora tutto ciò che contava era dimostrare a lei e a me stessa.
Dimostrare che IO POTEVO FARCELA.

Forse eccessiva autostima, forse persunzione. O forse semplicemente disperazione.
Forse soltanto l'ultima via di fuga.

Fuggire. L'ho sempre fatto. L'anoressia è stata una fuga. Come lo è stato quel rifiuto dell'amore.
Ma poi? Poi quell'amore è tornato, quell'amore scacciato troppo in fretta senza mezzi termini.
Non poteva che tornare ed essere vendicativo.
Non poteva che costringermi ad abbuffarmi. Ad amare quella malattia. Ad amare quella magrezza.

Ad amare, forse, qualcosa che non esiste.
Ma perchè amare qualcosa di effettivamente inesistete? Forse semplicemente perchè più facile.





Non voglio più sentire quel vuoto. Non voglio quel gelo intorno a me.
Voglio andare avanti.

Rivoglio l'Amore. Quello capace di scaldare. E di far sentire realmente VIVI.
Voglio farcela.


Un abbraccio fortissimo a tutte.
Mi state aiutando in maniera immensa. E mi state facendo riscoprire qualcosa di stupendo.
Grazie di Esserci.

lunedì 14 dicembre 2009

Lei.

Una mattina fresca di marzo, un giro al parco, la sua mano nella mia.
La sua perfezione. I suoi lunghi capelli neri e la sua splendida frangia.
Intorno solo il verde ed il fresco vento che punge delicatamente sui nostri visi.
Mia mamma.
Lei e il suo viso. Dolce. Unico. Indimenticabile.

A quattro anni, i pomeriggi di domenica.
Un bacio, lo schiocco delle labbra, il suo profumo.
La voglia di abbracciarla. La scontatezza del poterlo fare.

I suoi occhi. Penetranti. Il suo sguardo ammaliante.
La sua voce. Calda, soave.
Il suo canticchiare mentre spolverava la camera da letto e mi osservava guardare rapita i granelli di polevere dai mille colori che volano liberi, illuminati da un tiepido raggio di sole che si fa strada nella finestra aperta.

La sua lunga e liscia mano. La lacca la mattina prima di andare al lavoro, che io non sopportavo ma amavo lo stesso.
Quel filo di trucco.
Dolcemente. Parole escono dalla sua bocca.
Lisce. Calde. Leggere. Perfette.

Quel giorno che per farci vedere che era ancora una mamma atletica è salita sul tavolo della cucina, ha attraversato il paqssavivande e con un salto, ridendo tutta la sua spensierattezza e la sua gioia, è arrivata in piedi sul divano.
Correndo è tornata in cucina ed ha rifatto lo stesso giro per tre volte, solo per far divertire e per sentir ridere me e mia sorella.
E poi la sua risata fragorosa a scaldare tutto.

A volta ricordi come questi tornano da me. Piccoli e stupendi flash tornano a ricordarmi che lei c'è.

Sei qui con me, mamma.
Ti sento, lo sai?

domenica 13 dicembre 2009

La Forza Della Vita

Ciao ragazze.
Volevo condividere con voi questa canzone
La Forza Della Vita - Paolo Vallesi.

Anche quando ci buttiamo via
per rabbia o per vigliaccheria
per un amore inconsolabile
anche quando in casa il posto è più invivibile
e piangi e non lo sai che cosa vuoi

credi c'è una forza in noi amore mio
più forte dello scintillio
di questo mondo pazzo e inutile
è più forte di una morte incomprensibile
e di questa nostalgia
che non ci lascia mai
.

Quando toccherai
il fondo con le dita
a un tratto sentirai
la forza della vita
che ti trascinerà con se

amore non lo sai
vedrai una via d'uscita c'è.

Anche quando mangi per dolore
e nel silenzio senti il cuore
come un rumore insopportabile
e non vuoi più alzarti e il mondo è irraggiungibile
e
anche quando la speranza
oramai non basterà
.

C'è una volontà
che questa morte sfida
è la nostra dignità
la forza della vita

che non si chiede mai
cos'è l'eternità
anche se c'è chi la offende
o chi le vende l'aldilà.
Quando sentirai
che afferra le tue dita
la riconoscerai
la forza della vita

che ti trascinerà con se
non lasciarti andare mai
non lasciarmi senza te.

Anche dentro alle prigioni
della nostra ipocrisia
anche in fondo agli ospedali della nuova malattia
c'è una forza che ti guarda
e che riconoscerai
è la forza più testarda che c'è in noi
che sogna e non si arrende mai.

E' la volontà più fragile e infinita
la nostra dignità
la forza della vita.

Amore mio è la forza della vita
che non si chiede mai
cos'è l'eternità
ma che lotta tutti i giorni insieme a noi
finché non finirà

Quando sentirai che afferra le tue dita
la riconoscerai
la forza della vita.

La forza è dentro di noi amore mio
prima o poi la sentirai
la forza della vita
che ti trascinerà con se
che sussurra intenerita:
"guarda ancora quanta vita c'è!"
Questa canzone mi ha sempre dato la forza di combattere nei momenti peggiori.
Spero che vi piaccia.
Un abbraccio forte forte a tutte voi.
Mi state donando qualcosa di speciale.
V.

giovedì 10 dicembre 2009

..La Mia Storia..

Ok, provo a scivere in questo post qualcosa della mia storia per capirci qualcosa di più.






Ho sempre voluto essere magra, per quel che ricordo.



A sei anni io e le mia due migliori amiche di allora ci chiudevamo in bagno, alzavamo la maglietta e decretavamo chi fosse la più grassa e chi la piu magra. Io stavo sempre in mezzo.





Ho sempre pensato di stare in mezzo. In tutto. Di non essere mai abbastanza per essere notata ed amata perchè ammirata ma neanche così in basso perchè gli altri provassero pensa per me e mi offrissero amore. Ero semplicemente in mezzo. Ero semplicemente comune



Mia madre si ammalò in un giorno di gennaio. Cancro al cervello. Solo mio padre lo sapeva, a me venne detto che al momento la mamma non stava bene, ma si sarebbe certo rimessa.



Aveva dodici mesi di vita davanti a se. Niente di più.



Chiesi a mio padre precisamente cosa avesse mia mamma. Lui non seppe come spiegarmi.


"nel suo cervello c'è una pallina di grasso", mi disse infine.







Non so cosa scatto nel mio cervello. Nel cervello di una bambina di dieci anni già troppo precoce.



Una pallina di grasso. Grasso. Schifosissimo grasso, odiosissimo grasso. Stupido grasso, grasso assassino. Grasso assassino.



Me ne convinsi ancora di più un anno dopo, quando quella telefonata disse che era finita.


Grasso assassino.


Grasso assassino.


Grasso assassino.







Unidici anni, grasso assassino, madre appena morta, in cerca di risposte a qualcosa di molto più grande di me e una nonna che adoravo.



Una nonna che però, non seppe fare a meno di dare la colpa a mio padre.






Nessuno mi obbligò mai ad odiarlo. Nessuno mi incitò mai realmente a farlo.


Non voglio dare la colpa a mia nonna, le era appena morta una figlia. Doveva pur aggrapparsi a qualcosa.






Mi ci aggrappai anche io. Piccola. Senza ancora capire. Mi aggrappai a quell'odio come un'amara ancora di salvezza che non mi avrebbe fatta affondare in quel mare toppo grande pe i miei piccoli occhi.






E intanto, l'odio per il grasso cresceva.


Grasso assassino.


Doveva sparire.


Dai miei pensieri. Subito.







Iniziai a sentirmi inconciamente colpevole della morte di mia madre.



Ero colpevole, perchè io quel grasso ce l'avevo addosso. Perchè io non lo stavo odiando abbastanza per riscattare la sua morte, perchè io continuavo a ingerirlo.







Semplicemente, lo feci sparire.









Dalle cosce. Dallo stomaco. Dagli occhi.


Dal cuore.












Ma l'ossessione fa il contrario di ciò che fanno i chili.



Più il peso se ne va, più ecco l'ossessione, chiamata Grasso Assasino, sempre più gonfia ed ingombrante nella mia testa.







Ma anche impegnandomi ad uscire dall'anoressia - bulimia non avrei concluso niente.



Sarei semplicemente tornata indietro.







Via, grasso assassino, vattene via.





Tempo dopo, sono ancora quì. A pensare con immensa amarezza a quel Grasso Assassino. A cercare di mettere ordine nelle mie origini, a cercare di illuminare con l'amore che mi avete dato questa confusione che ingombra il mio cervello.



E, chissà, magari a cercare di spazzare via quell'aggettivo.





--Grazie Alice, avevi ragione, è già tutto più chiaro--

qualcosa sta nascendo...

Ciao a tutti.

Devo davvero ringraziarvi, perchè in questi giorni molte cose sono cambiate grazie a voi.

Mi avete fatto realmente capire che ci si può rialzare, che l'anoressia non può vincerla contro di
noi, che dobbamo lottare e non lasciare che la nostra vita ci venga strappata dalle mani.

Mi avete dimostrato che non sono sola.

E ve ne sono grata.

Perchè qualcosa di nuovo sta nascendo dentro di me. Forse finalmente un po' di forza.

Vi abbraccio forte.


mercoledì 9 dicembre 2009

No. Ti prego. No.

Basta.
Basta con questa angoscia.
Basta a questa attesa infinita.
Mi sembra di avere un coltello lì, puntato nella schiena.
E ci godo. A sentire che mi squarcia.
A sentire che sto pagando.
A sentire che a colpa è mia.
E poi la solitudine. E poi l'amarezza. Insopportabili.
Sentimenti contastanti si alternano nel mio cervello.
E fanno male. Quando scappano dopo avermi illusa fanno male.
E mi spronano a cadere.
Ma io non voglio farlo.
E così raccolgo le ultime forze rimaste per provare a restare in piedi.
Ma so che non basteranno.
E allora eccolo. Puntuale. Il bisogno di aggrapparmi a qualcuno.
Ma qualcuno non c'è mai.
E allora mi aggrappo a qualcosa. E quel qualcosa è l'anoressia.
No, non voglio che succeda ancora.
No. Ti prego. No.

martedì 8 dicembre 2009

Nuova Visione =D

Ciao a tutti!
Oggi ho fatto un giro con una mia amica.
Avevo appena mangiato e la tentazione era forte... ma ho provato a resistere.
Girando per la mia città mi sono accorta di quanto sia bella.
Sapete, talvolta è molto più semplice gustare qualcosa che non abbiamo e che vorremmo.
Ma spesso ciò che già possediamo può rivelarsi magnifico.
Penso che sia un po così anche col corpo...
Vogliamo la perfezione perchè la perfezione è semplice da amare.Perchè la perfezione non ha niente che non va.
Mentre amare noi stesse ed imparare ad accettarsi... beh... quello è molto più difficile.
Spero che anche voi abbiate passato una buona giornata.
Un abbaraccio a tutti.
Vi voglio bene.

PS: mentre mi dedicavo al tentativo di vedere il mondo sotto una luce nuova, ho pensato di voler immortalare quella visione.
Risultato: alcune foto totalmente insignificanti.







lunedì 7 dicembre 2009

No, cara anoressia.

Rieccomi.
No, cara anoressia.
Non avrai forse pensato di aver vinto?
No, mia cara. Questa volta sei tu ad esserti sbagliata.
Perchè non lascierò che tu vinca.
Perchè questa è la mia battaglia.
E no, cara anoressia, non ho affatto intenzione di arrendermi.

Mi sbagliavo.

E questa volta pensavo di avercela fatta davvero.
E questa volta pensavo di aver vinto io.
E questa volta avevo creduto che la felicità se la vuoi si trova.
E questa volta era tutto così reale.
E questa volta il Natale, ricordo di lontana gioia, si stava avvicinando. Le vacanze. Il riposo.
E questa volta ho creduto di esserlo, una pesona normale.
Una di quelle che mangia. E non si preoccupa.
Una di quelle che ride. E non ha paura di farlo.
Una di quelle che l'anoressia si può sconfiggere.
Mi sbagliavo.
Ancora una volta. Inesorabilmente. Mi sbagliavo.